martedì 25 febbraio 2014

Estratto da L'enigma delle anime perdute. La televisione.

"In cucina strillava il televisore: l’apparecchio bianco e tondo, probabilmente pesantissimo, era sistemato tra il frigorifero e il calendario di Frate Indovino. Un faccione arrogante disegnato dal cerone stava leggendo le ultime notizie. Tragedie e miserie di diversa entità si impastavano a jingle pubblicitari: guerre, banchieri corrotti, politici senza scrupoli e donne picchiate, uccise, vessate, donne con i culi di fuori, donne dentro i cartelloni e pronte per mangiare la banana. Orrori. Esecrazioni variegate, tetre quel tanto da essere ascoltate abbracciando una boccia di popcorn al burro, possibilmente con occhialini 3D. Erano leccornie croccanti, erotiche e maligne, da ingurgitare in fretta e dimenticare con un rutto. Mocha, al contrario, non digeriva quelle succulente notizie. Lo lasciavano in balìa di un profondo senso di incompiuto, scolpivano nella sua mente un mondo malato e inguaribile. Lo avrebbe definito un inferno medievale. Un luogo in cui il male e il bene erano diventati concetti privi di significato profondo. Al loro posto, un amalgama di fatti e fattucoli sottoposti al pubblico, vile, munifico censore."

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