lunedì 22 luglio 2013

C'è il mio silenzio.



Il silenzio comunica sempre. E' chiaro, risaputo e intuibile. 
C'è il silenzio della madre, spesso rigoroso di fronte alla figlia e rassegnato accanto al marito.
C'è il silenzio premonitore, quello che si respira in campagna prima di una catastrofe, prima del boato della terra che trema o delle onde che ti portano via.
C'è il silenzio quieto, dove i rumori sono tutti nella testa di chi sa ascoltare, è un silenzio simile ai sogni.
C'è il silenzio dell'attesa, lì nemmeno il tempo fa rumore. E non lo fa, che sia buona o atroce la sorpresa "fracassona" che si porta appresso.
C'è il silenzio omertoso, costruito sul falso rispetto e annegato nell'ignoranza, senza pietà.
C'è il silenzio imposto con la paura e le botte.
C'è il mio silenzio editoriale che è quasi un suono, una nota carica di aspettative, la prima di un concerto.
Il nuovo libro del signor Mocha è quasi terminato.
Shhhhhhhhh


di Manuela Paric'

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