giovedì 4 luglio 2013

Altri racconti di altri: Il vicino sul treno #10 di Paolo Marcotti

#10
Alice è bionda, ha un vestito corto di quelli che si mettono solo d’estate, e delle forme che lo popolano, ma non troppo. Non forme da lussuria selvaggia, da temperatura rovente, da ansia di prestazione. Forme pacifiche. Forme da non possedere, forme regalo, forme patrimonio dell’umanità. Ti augureresti che quel vestito non ci fosse per metterti lì, in contemplazione, con quell’anima con cui si gode un tramonto al calare di una giornata memorabile. 
Alice ha anche due occhi verdi che rivolge a un punto imprecisato del paesaggio là, fuori dal finestrino, quasi davvero guardasse i gatti che guardano nel sole. Poi, d’un tratto, decide che il mondo non merita più la perfezione del quadro, e principia a mordersi nervosamente le unghie.
Alice ha una catenina che termina in un ciondolo. Non proprio un ciondolo. Uno di quei ciondoli tondi, fatti come uno specchietto, che si possono aprire e in una delle due parti puoi mettere una piccola fotografia. Prende, apre, dà un’occhiata, chiude. Guarda fuori. I gatti muoiono nel sole. Apre, consulta di nuovo l’oracolo, chiude. Guarda fuori. I gatti girano nel sole. Alice, col dito indice, percorre lentamente e con precisione il bordo del tondo dorato. Guarda fuori e cerca mollemente un’ispirazione.
Apre. 
Quel ciondolo non è quel che appare, questo pensiero si fa strada nella mia mente, e mi pervade anche il resto del corpo. Ci deve essere qualcosa di più, e adesso voglio scoprirlo, adesso voglio saperlo.
Chiude.
Alice ha trovato da qualche parte l’ispirazione, glielo si legge negli occhi. Lo sguardo è sempre rivolto verso un punto indistinto, ma non è più perso. 
Apre.
No, è qualcos’altro, per forza, non so cosa, ma so che sta per rivelarsi. E sarà una sorpresa. Magnifica, agghiacciante, imbarazzante, chissà. 
Chiude.
Si passa furtivamente la lingua sulle labbra. Il treno ha un brivido. Gli occupanti del treno hanno un brivido. I gatti nel sole hanno un brivido.
Apre.
Non può essere, eppure è così. Quel ciondolo non è un ciondolo. È l’organo genitale. Alice ce l’ha appesa al collo. La fica al collo.
Chiude.
Quasi impercettibilmente, l’accelerazione del battito si fa largo nel rumore del treno. Accompagnata da un leggero ansimo.
Apre.
Lo stupore prevale sull’eccitazione. Stupore non da baraccone. Stupore da prodigio.
Chiude.
Alice si sta lasciando andare. Entra in un’altra dimensione, senza treno.
Apre.
Sì, sta accadendo lì, davanti a me, davanti a tutti.
Chiude.
E tutto questo Alice non lo sa, o forse stavolta sì.
Apre e chiude.
L’accelerazione adesso è decisa.
Apre e chiude.
L’ansimo è distinto.
Apre e chiude, apre e chiude.
Percezione di caldo.
Apre e chiude, apre e chiude, apre e chiude.
Moti incontrollati.
Apre e chiude apre e chiude apre e chiude.
Gola strozzata.
Apre chiude apre chiude apre chiude apre chiude.
Salivazione.
Apre e chiude e apre e chiude e apre e chiude e apre e chiude.
Sudore.
Apre e chiude e apre e chiude, apre e chiude, apre chiude, aprechiude aprechiude aprechiude aprechiude aprchiude aprchiude aprchiude aprchiud, apre e chiude e apre e chiude, apre e chiude, aprchiude aprchiude aprchiude aprchiud aprchiud aprchiudaprchiudaprchiudeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee… eeeeee… eeee… ee… e.

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